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Riflessioni di Silvana Puschietta dopo la lettura di "Lo Straniero" di Albert Camus e "Il caso Meursault" di Kamel Daoud.
Stamane nelle prime ore dell'alba ho terminato di rileggere "Lo Straniero" di Albert Camus. Lettura da me fatta in età giovanile, da liceale, con la professoressa di letteratura francese che oggi, a ripensarci, ha dato un importante impronta per il nostro futuro di donne e uomini. Le sue spiegazioni erano piene di pathos e noi seguivamo come fedeli seguono il predicatore. Era una fede che si legava alla vita terrena e che non vedeva nell'aldilà un proseguimento, se non la fine del corpo destinato a cenere.
Oggi rileggendo il libro di Camus, ripercorro quei sentieri e risento i brividi di quell'insegnamento.
Meursault il distratto, il sognatore, l'insensibile, l'irrangiungibile. Tanto sarà stato scritto su questo personaggio e non sarò certo io ad aggiungerne se non per il mio sentimento che mi ha fatto pensare alla vita, alla precarietà, all'inutilità di certe azioni, alla riscossa di sé solo in punto di morte. E proprio in questi giorni che ricorre l'anniversario di morte del mio adorato marito, penso a cosa nella sua mente sarà passato in quell'ora in cui ,steso a terra, i soccorittori hanno cercato di rianimarlo. A cosa penseremo noi quando ci accorgeremo che stiamo lasciando questa terra.
Ecco il mio pensiero su Lo Straniero o preferirei dire L'Estraneo. Pongo questa domanda;"Perchè la traduzione in italiano del titolo non è stata L'Estraneo"?
A completamento però di questo breve ragionamento, voglio dirvi, che su suggerimento di un amico mi sto per accingere alla lettura di "Il caso Meursault" di Kamel Daoud. Un romanzo che riscrive Lo Straniero dal punto di vista delle vittime arabe.
"Oggi mamma è ancora viva". Meursault ha smesso di parlare, il protagonista è l'Arabo, la sua vittima, che finalmente ha un nome, Moussa, e una storia. Ottant'anni dopo, Kamel Daoud ha immaginato un seguito ideale de "Lo Straniero", che echeggia sin dall'incipit, cambiando però il narratore, invertendo la prospettiva e lo scenario storico. A raccontare è il fratello di Moussa, l'arabo ucciso su una spiaggia per cui Meursault è stato condannato a morte. "Il caso Meursault" ha aperto un dibattito letterario e politico in Algeria e in Francia, grazie allo stile acuminato di Daoud, 50 anni, scrittore e giornalista. Nessuno aveva mai osato toccare il capolavoro di Albert Camus, sintesi dello smarrimento di un'epoca. Daoud firma un'opera non catalogabile: un romanzo potente, un gioco letterario, un aggiornamento filosofico sui grandi temi del presente, non così dissimili dall'opera originaria.
Rileggete "Lo Straniero" e ponetevi la domanda.
Chi era l'arabo ucciso? Come si chiamava? Cosa faceva? Le sue origini? La sua storia?
Nulla di tutto questo è stato descritto da Camus, eppure era la vittima.
E' l'omicida ad emergere.
Daoud ha voluto dare un seguito alla storia per raccontare la sua epoca.
Gli algerini indifferenti alla felicità come all'infelicità.
Ciò che accende la loro attenzione è il rapporto con Dio, come fa il protagonista del romanzo di Camus quando incontra il prete.
Non ha reagito davanti alla morte della madre, né al bacio della donna, né all'uccisione di un uomo.
A pensarci bene qual è la differenza di Meursault che uccide per noia e un jihadista che uccide convinto nel seguire un versetto?
KAMEL DAOUD
nato nel 1970 a Mostaganem
Giornalista e scrive per il "Quotidien d'Oran"
Il Caso Meursault è il suo primo romanzo, tradotto in molti Paesi
LO STRANIERO e IL CASO MEURSAULT sono letture inscindibili.