Chick Corea - Medusa

Vai ai contenuti

Menu principale:

Chick Corea

Musica
 

Chick Corea – Now he sings now he sobs

Il ricordo personale che vorrei evocare nel presentare questa pietra miliare del jazz risale all’estate di qualche anno fa,  il 30 agosto 2010,  La Spezia. Quarantadue anni dopo la sua uscita, Chick Corea pensò di riunire i musicisti di un tempo per una celebrazione di Now he sings now he sobs e dal momento che  Roy Haynes e Miroslav Vitous, grazie a Dio, erano vivi e vegeti, riuscì a mettere in scena l’ "esecuzione perfetta". Un concerto dedicato alla riproposizione, pezzo per pezzo, dei brani originari del disco, con la medesima formazione di qualche decennio prima: non ricordo altri concerti jazz di questa natura.
Il clima era giusto, quella sera, la temperatura di agosto mitigata dal venticello fresco del mare, belli erano la piazza di La Spezia,  il pubblico attento e competente ed infine  la  nostra compagnia di amici Enrico e Sonia, era perfetta. Avete presente quella concomitanza di fattori che certe volte si incastrano tutti nel posto e nel momento giusti? Il grande trio, evidentemente, percepiva il magnetismo di quella condizione ideale e sciorinò un’esecuzione sontuosa. Avevo acquistato quel disco ai tempo del liceo,  dopo aver affrontato il duro cimento con un album che Corea avrebbe realizzato un paio d’anni dopo : ARC (affinity, reality, communication). In questo, il pianista era accompagnato dal contrabbassista Dave Holland e dal  batterista Barry Altschul. Un disco pubblicato dalla prestigiosa etichetta ECM,  protagonista assoluta, nel corso dei decenni, di una lodevole apertura verso tutte le forme più sperimentali del jazz.  
Dico che quel primo mio cimento con la musica di Corea fu duro perché probabilmente le mie orecchie non erano ancora così fini da consentirmi di entrare in quel libero volo musicale di quegli straordinari solisti,  cogliendone il filo emotivo conduttore. Ci arrivai gradualmente e mi convinsi che la cima dell’esperienza dell’ascolto musicale può a volte essere raggiunta con un solo balzo, mentre altre volte va conquistata passo dopo passo, anche faticosamente: quel disco mi sfidava ed io sono sempre stato uno con la testa dura, l’ho ascoltato e riascoltato nel corso degli anni perché intuivo che aveva dentro un tesoro nascosto che mi faceva gola. Gli ascolti easy going non hanno mai fatto per me e non ho mai considerato l’orecchiabilità una virtù di un brano musicale.
Quando compresi ed amai profondamente ARC, arrivò anche Now he sings now he sobs e la grande passione per Corea era già sbocciata. In genere, io storco il naso di fronte ad artisti che, partiti con le motivazioni di un jazz rigoroso e privo di compromessi (quello che Coltrane ha sempre suonato, per intenderci), ad un certo punto del loro percorso musicale strizzano l’occhio ad avventure più commerciali. Faccio rare eccezioni a questa  condotta però, curiosamente, una l’ho riservata a The mad hatter: neanche a farlo apposta, un altro album di Chick Corea, del quale consiglio vivamente l’ascolto. L’intera produzione di Corea con il gruppo jazz-rock Return to forever , anche in ragione del livello degli esecutori coinvolti, resta di elevato livello, però Now he sings now he sobs è un’altra cosa. Tutte le composizioni sono di Chick Corea ad eccezione del classico My one and only love e di Pannonica, personalissimo omaggio di Chick a Thelonius Monk.
Con Step/what was ci si cala subito nella cifra stilistica del disco, con l’esuberanza solistica di Chick alla quale il basso di Vitous (futuro Weather Report) fa da mirabile contrappunto,  mentre il lavoro di Haynes è tanto intenso quanto elegante, attento a non soffocare l’ispirazione improvvisativa dei compagni e a far da protagonista nel successivo assolo. A proposito: più di quaranta anni dopo questo "vecchietto" suonava con la medesima forza fisica di allora!  Matrix, Samba Yantra  e I dont’ know  sono suonati ad andatura vertiginosa ed hanno in primo piano il virtuosistico  fraseggio della mano destra di Chick. Orecchie ben allenate occorrono per entrare nell’atmosfera rarefatta di brani come The low of falling and catchcing up,  Bossa,  Fragments" o Gemini . Dopo questi livello di picco dell’intenzione innovativa,  il brano Windows "plana" sul terreno di una comunicazione più immediata, così come la personalissima versione di uno standard  come My one and only love. Che altro aggiungere? Come sapete, questo autentico gigante del jazz ci ha lasciati pochi mesi orsono e possiamo solo consolarci con l’esistenza della sua importante produzione discografica. Riposa nell’armonia del tuo swing, grande Chick: solo da lassù, nel cielo, potrai capire quanto ci hai fatto volare alti con le tue note!


 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu