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Nota Critica Guido Berti di Claudia Baldi
Dopo una pausa creativa che lo ha condotto ad una rinnovata volontà espressiva Guido Berti è tornato a dipingere: danzatori che si muovono leggeri in uno spazio emotivo nascono dalla mente dell’artista come creature del sogno che si risvegliano e prendono vita attraverso la vibrazione del colore.
Partendo da una conoscenza profonda dell’arte rinascimentale, priva però di compiacenze formali, Guido Berti costruisce la composizione attraverso lo studio degli equilibri e degli spazi, utilizzando spesso la sezione aurea e recuperando la centralità della figura umana. Dall’altro lato però l’esperienza dell’arte informale è fondamentale per comprendere il percorso di questo artista: innanzitutto lo sfondo, concepito come spazio esistenziale, punto di partenza della creazione artistica che memore dell’opera di Francis Bacon, accentua l’isolamento della figura umana: poi il colore, ora disteso con velature compatte, ora in strati radi che lasciano intravedere il supporto, ora lasciato gocciolare sulla tela secondo la tecnica di Dripping.
Sebbene il segno abbia la funzione primaria di delineare sinteticamente lo sviluppo della composizione, esso è subordinato al colore concepito come strumento conoscitivo della realtà nella trasposizione gestuale dell’idea, attraverso una gamma di toni freddi, come il viola, il blu, l’azzurro, accostati sempre al bianco. I danzatori si muovono all’interno di uno spazio irreale, straniante, costruito geometricamente ma aperto a molteplici visioni, espandendosi idealmente fuori dei confini del quadro. I corpi sono anch’essi aperti nello spazio; il colore che ne costruisce il volume ne annulla allo stesso tempo la sagoma, confondendo il profilo con lo sfondo in un gioco di rimandi e trasparenze, mentre una grande importanza viene data alla resa di mani e piedi, volutamente sproporzionati rispetto alla figura, fonte primaria di gestualità e quindi metafora della creazione artistica.
La carica simbolica delle prime opere, dove il senso di straniamento e solitudine prendeva forma attraverso i soggetti immobili, decadenti nel corpo e provenienti dalla periferia, lascia il campo ad una visione meno drammatica dell’umanità. I danzatori, uomini e donne, si muovono all’interno di uno spazio che non è più vuoto, ma è fatto di piani prospettici e architetture quasi metafisiche ed il corpo, non più immobile e stanco, si schiude verso l’esterno, guidato da una musica che sembra provenire dall’interno.
Guido Berti trova così un nuovo equilibrio, uno spunto di riflessione che si apre alla vita: ecco allora che da uno spazio interiore, costruito dalla mente, nascono le figure dei danzatori, creature del sogno evocate dall’artista attraverso il gesto creativo.
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Biografia Guido Berti
Guido Berti è diplomato al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Titolare della cattedra di Discipline Pittoriche presso il Liceo Artistico "Passaglia" di Lucca. Vince nel ’77 il Premio Virgilio d’Argento al Lubiam. Ha tenuto mostre personali in varia città italiane e estere.
Ultime mostre personali:Viareggio Palazzo Paolina, Mougin Cannes Galleria des lombardo, Torre del lago Teatro Puccini, Lucca teatro del Giglio, Pisa teatro Verdi.. Carrara Marbleweek.