Nugae - Medusa

Vai ai contenuti

Menu principale:

Nugae

Letteratura Poesia > Archivio Letteratura

Manrico Testi
Armando Mancini

Nugae – Raccolta di poesie di Armando Mancini - presentazione di Giorgio Peruzio e Franco Pulzone
L’ultimo libro di Armando Mancini, medico e scrittore, è una raccolta di versi scritti lungo la vita dell’autore, che soltanto ora ha accettato di pubblicarli. Non a caso, con scelta di understatement, il sottotitolo suona: Sciocchezze in versi dialettali e non. Come ben spiega Manrico Testi nella prefazione, i versi son leggeri ma pregni di significato a rappresentare il rapporto tra Mancini, le sue esperienze, i luoghi e gli incontri, tra lampi ironici e osservazioni anche spregiudicate. Lo presentiamo con uno stralcio della prefazione e una delle poesie. Ma forse ciò che già invoglia alla lettura è quell’estratto di Carpe Diem, scritta nel 1948, che, in quarta di copertina recita:
“Godemisi la vita
che passa come un sogno,
quando sarà svanita
noi sentirem bisogno
di tutto quell’amor
che ha sentuto il cor!”
a cura


Dalla prefazione di Manrico Testi al Llibro (…) Restava scoperto, però, il settore poetico: tutta una deliziosa alternanza di poesie giovanili in maggioranza vernacolari di un popolaresco, esilarante umorismo, con delicate liriche composte prevalentemente nella sua piena maturità, intrise di inusitate, amorevoli tenerezze, come quelle dedicate ai suoi nipotini.

(…) Finalmente, vincendo il suo pudore e la sua ritrosia, sono riuscito a convincerlo alla pubblicazione, tenendo ben presente, però, la sua raccomandazione di specificare bene l’anno della creazione di talune sue composizioni che gli apparivano, per il loro argomento, alquanto trasgressive, “sboccate” e poco adatte a un medico con tanti anni di onorata professione. Pertanto, come vedrete, io ho raggruppato, nel modo da lui voluto, l’articolato materiale che Armando Mancini mi ha affidato, proponendolo, appunto, in scansione temporale, conscio di aver svolto un compito importante: quello di non aver lasciato disperdere una vena lirica originale e fresca come la sua e una produzione vernacolare interessante che viene a rimpinguare il filone umoristico viareggino, fino ad oggi più ampio in prosa, piuttosto che in poesia. Ho infine inserito anche una serie di “poesie d’occasione” di Armando, volte a delineare amici, compagni di gioco e di “zingarate”, senza alcuna pretesa artistico-letteraria, ma atte a completare il quadro generale che esce fuori da tutta la sua produzione poetica: la riproposizione di una Viareggio “minima” e autentica, calda di affetti e di condivisioni, che dagli anni Quaranta del secolo scorso si dilata fino all’oggi, intrisa di un vivo, paesano, affetto filiale e di un caldo, indistruttibile amor vitae, scalfito appena dall’inesorabile, logorante fuga degli anni capaci, comunque, di rinnovare, quasi per magia, dolci, affettuosi ricordi memoriali, con la cara, partecipe presenze della propria moglie e dei figli e quella viva e frizzante dei nipoti della sua “nidiata”, a cui Armando dedica deliziose poesie che rimangono impresse in noi come la impareggiabile “Petite fille bilingue”.(…) Ne esce, accanto al ritratto di un uomo col suo mondo e il suo bilancio esistenziale, un vivo, concreto, popolaresco spaccato di una realtà cittadina, dilatata nei decenni anche nelle sue evoluzioni sociali e di mentalità: un’accattivante, coinvolgente miscellanea che finirà, ne sono certo, per interessare, divertire e far riflettere ogni lettore.

Pigliela come viene
Pigliela come viene, un ci fa caso,
tanto è così, un lo vedi, porco cane!
È inutile stare a grattarsi il naso
e a lamentassi come le puttane;
tanto è così, lo vedi, ’sto mondaccio,
tutto pieno di leppia e di pattume,
più lercio e nero del più nero straccio
tuffato in una latta di bitume.
Magari pelle pelle, sì, l’ammetto,
pol sembrà meglio, ma sotto la pecchia,
dove manca l’aiuto del belletto
è laido e brutto come donna vecchia.
(1949)

Armando Mancini, medico e scrittore, è nato a Viareggio nel 1929.
La sua lunga esperienza letteraria prese le mosse da temi di memoria, legati all’epopea degli eroici palombari, quale fu suo padre. Spaziò poi nel filone poliziesco, avendo sempre anche un’inclinazione per risvolti inneggianti all’amore. Non mancò di cimentarsi nella sua vena ironica, con due libri scritti in stile burlesco, alla maniera di Boccaccio. Tra le sue opere ricordiamo: : “Ritorno a Boccaccio” Mauro Baroni Editore; “I fiori della memoria” Pezzini Editore; “Violone e altre storie” Ibiskos Editrice; “Medici e pazienti all’ombra della torre Matilde”, “Omicidio in ospedale”, “L’impermeabile verde”, “L’amore uccide”, “Il Rolex d’oro”, “Morte al congresso”; “Raffaello Mancini palombaro dell’Artiglio” Del Bucchia Edizioni; “Ius primae noctis ed altri boccacceschi racconti in volgaruccio”, “Lucciola per una sera”, “Il morto del pontile”, “La ragazza di Modena”, “DNA: firma di un delitto”, “Il circolo del bridge” Pezzini Editore.







 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu