«Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla» - Medusa

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«Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla»

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Rubrica a cura di  Franco Pulzone.

 

«Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla»
Giuseppe Ungaretti
Nasce l'8 Febbraio 1888 a Alessandria d'Egitto da genitori lucchesi
Muore a Milano nella notte fra il 1° e il 2 Giugno 1970

«Il mistero c’è, è in noi. Basta non dimenticarcene», scrive il poeta. E aggiunge: «Il punto d’appoggio sarà il mistero, e mistero è il soffio che circola in noi e ci anima…». Forse per cominciare a parlare di questo grande poeta non possiamo che partire dal mistero, quel qualcosa che non possiamo capire o afferrare; eppure per la nostra stessa  natura di uomini vogliamo sempre indagarlo. Le parole di questo poeta ci avvicinano alla verità ma lasciando aperto uno spazio: una continua, incessante, approssimazione all’assoluto. Tutto è misterioso. Persino un fiore. «Tra un fiore colto e l’altro donato / l’inesprimibile nulla», scrive il poeta in "Eterno".

Veglia
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Nell’antivigilia di Natale, nella notte del 23 dicembre, a due giorni dalla festa che celebra la vita come valore sacrale Giuseppe Ungaretti  si trova in trincea a vegliare un compagno morto da poche ore.  L’esperienza della veglia di una salma capita prima o poi: la morte non manca nelle esperienze di nessuno. Siamo fortunati, in un certo senso, se questa prima esperienza ci capita con persone anziane della nostra famiglia: istintivamente capiamo che è un processo naturale. I vivi vegliano i morti che hanno terminato il loro viaggio terreno, e li accompagnano in un altrove che non ci è dato sapere. La morte prematura, per malattia, o per incidente, è ben altra cosa: è una domanda aperta che non dà scampo. Ancora peggio è la morte violenta, quella di cui ci parla il poeta: la morte in guerra, magari, quando si viene strappati giovani alle proprie case per andare a combattere.

Nel 1947 Ungaretti pubblica Il dolore (poesie dal 1933 al 1947). Dice Ungaretti: «So che cosa significhi la morte, lo sapevo anche prima; ma allora, quando mi è stata strappata la parte migliore di me, la esperimento in me, da quel momento,  la morte. Il dolore è il libro che più amo, il libro che ho scritto negli anni orribili, stretto alla gola. Se ne parlassi mi parrebbe d’essere impudico. Quel dolore non finirà più di straziarmi».
Questo libro è una lunga confessione dei lutti che si abbatterono sul poeta: la morte del fratello, del figlio Antonietto, e la sciagura del  secondo conflitto mondiale. Quel dolore diventa un canto altissimo, puro, che rimanda sempre a un amore tenerissimo e orgoglioso verso la vita: «Disperazione che incessante aumenta / la vita non mi è più, / arrestata in fondo alla gola, / che una roccia di gridi» (in Tutto ho perduto, Il dolore, vv. 11-14). Al figlioletto scomparso dedica la sezione Giorno per giorno, che va a chiudersi in un dialogo immaginario in cui Ungaretti immagina il figlio trasfigurato in Paradiso, dirgli: «Ho in me raccolto e a poco a poco e chiuso / Lo slancio muto della tua speranza. / Sono per te l’aurora e intatto giorno.

Silvana Puschietta

 

Silvana Puschietta è nata a Sanremo.

Ha vissuto in Valle d'Aosta e poi a Torino diplomandosi qui al Liceo Linguistico. Da anni vive a Milano, dove ha lavorato nel campo del Marketing Industriale presso Aziende Multinazionali.Le sue passioni: lettura, musica jazz, arte contemporanea. grande lettrice da sempre.Nel tempo ha scoperto d'avere una buona potenzialità narrativa e poetica, scrivendo e pubblicando ha raccolto consensi di critica e di pubblico.
Silvana Puschietta ha una capacità introspettiva notevole, una innata predisposizione all'osservazione del mondo circostante ed ai comportamenti dei suoi personaggi.I suoi temi prediletti si sviluppano nell'ambito delle relazioni di coppia, tra emozioni e sentimenti, l'amore nelle sue più variegate espressioni.
Le sue intuizioni scavano nel profondo dell'animo, ciascuno trova nelle sue opere un frammento della propria esistenza, un pezzetto di quella solitudine che alterna momenti di gioia a profonda tristezza.
Il suo lavoro letterario si è sviluppato su più fronti, ha pubblicato poesie e racconti, ha partecipato a manifestazioni culturali, ha attivamente contribuito allo sviluppo della cultura letteraria in questi anni.


 
 
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